Fedez e Primo Maggio, Di Mare (Rai3): “Nessuna censura, fatti manipolati”

La replica in Commissione Vigilanza alle accuse del rapper: “Viale Mazzini all’oscuro, testo chiesto da iCompany”

Fedez, l’accusa di censura e il Concertone del Primo Maggio. “Menzogna divenuta verità in 48 ore, nessuno si è preso il tempo di verificare” attacca il direttore di Rai3 Franco Di Mare in commissione Vigilanza Rai, dove è stato convocato per quanto accaduto con il rapper. “E’ una bugia che la Rai abbia censurato, ma è passato questo anche all’estero” dice. “Da Fedez c’è stata manipolazione per alterare il senso delle cose” per “diffamare un’intera rete”, fa notare, ricordando che “è reato”.

“La verifica è necessaria, certo, ma un eccesso può diventare un impedimento al libero svolgimento del lavoro. Noi rendiamo conto sia degli inviti fatti sia di quelli non fatti. Quando mi hanno chiesto delle frasi della Littizzetto, la domanda sottesa è stata: ‘ma voi non controllate i testi?’ Non sapete cosa dice Luciana Littizzetto?‘. Ma allora mettiamoci d’accordo, se io devo sapere cosa dice la Littizzetto, allora devo sapere anche cosa dice Fedez, o no?“, chiede il direttore Di Mare ai parlamentari.

“Sono diventato direttore ad interim di Rai3 il 20 maggio 2020. Non è ancora trascorso un anno e in questo tempo la rete è stata oggetto di 29 interrogazioni parlamentari, la maggior parte delle quali riguarda le inchieste di Report, ma si arriva fino alle battute di Luciana Littizzetto a ‘Che tempo che fa’. Io so benissimo che si tratta di un diritto-dovere della politica l’azione di verifica e di controllo del servizio pubblico radiotelevisivo, ma mi chiedo se sia questa la strada migliore per mettere noi operatori del servizio pubblico nella condizione adeguata per lavorare al meglio. Io ho qualche dubbio”, a fronte di quanto c’è scritto nel contratto di servizio sui principi di indipendenza, imparzialità e pluralismo. “Non siamo nelle condizioni migliori per ottemperare al meglio il nostro mandato perché le indicazioni che ci arrivano dalla politica che ci controlla, come previsto, sono spesse contraddittorie. Ci viene chiesto conto dei temi, delle scelte editoriali, della gestione ordinaria, dei testi dei comici“.

“Fedez ha tagliato la frase in cui Capitani (la vicedirettrice di Rai3, ndr.) dice che la Rai non censura”, aggiunge Di Mare, e che “è stata un’iniziativa di iCompany” quella di chiamare il rapper. La “Rai era all’oscuro, non ha chiesto il testo a Fedez, lo ha fatto iCompany” sottolinea il direttore di Rai 3, aggiungendo che comunque è “legittima la richiesta del testo da iCompany per evitare possibili offese”. La “politica spesso chiede conto, ma un eccesso di verifica diventa impedimento” aggiunge, sottolineando come adesso “Rai3 e la vicedirettrice aspettino le scuse, ma non credo che arriveranno”.

“In Parlamento – continua Di Mare – giacciono diverse proposte di riforma della Rai. Come diceva De André dai diamanti non nasce niente, ma dal letame nascono i fiori. Ecco io penso che perfino dalle scorie, dai veleni creati da questa storia inventata e falsa ci sia la possibilità di trarne qualche beneficio. Non tutto il male viene per nuocere e possiamo trarne un insegnamento”.

“Mi dite di rivolgermi alla Procura della Repubblica contro Fedez? Credo sia sufficiente una querela per diffamazione con richiesta civile di danni considerato che esiste un danno di immagine e che la reputazione oggi è una cosa importantissima nella vita economica di un’Azienda e nella vita professionale di ciascuno di noi. E questo danno c’è stato. ma è una cosa che dovrà valutare la nostra leadership, diciamo così”, ha sottolineato Di Mare rispondendo ai commissari della Vigilanza che lo hanno sollecitato a rivolgersi alla Procura della Repubblica visto che ritiene vi sia stata “manipolazione da parte di Fedez, un imbroglio”. Forse, ha ipotizzato Di Mare, “un calcolo dell’artista per avere più like?”.

Quanto alla “signora che ha filmato l’incontro di Renzi mandato in onda da Report è davvero una insegnante ed è disposta ad incontrare il senatore Renzi per tranquillizzarlo sul fatto che non esisteva nessun complotto, per indicargli la scuola in cui lavora e raccontargli la sua vita se questo può aiutare a dirimere ogni dubbio intorno alla non opacità e limpidezza della cosa”, ha detto ancora il direttore di Rai3 sollecitato anche a soffermarsi sulla puntata di Report di lunedì scorso che ha mandato in onda l’incontro tra il leader di Italia Viva Matteo Renzi e l’agente dei servizi segreti Marco Mancini.

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