Le foto politiche più iconiche
Il mezzo fotografico è utilissimo per immortalare momenti che poi rimangono nella storia. Momenti che possono essere di carattere personale ma che possono riguardare anche contesti ben più significativi come quelli di figure sportive, politiche di rilievo. Proprio a quest’ultima sfera vogliamo dedicare attenzione in questo approfondimento cercando di evidenziare quelle che sono stati gli scatti più importanti ed iconici di sempre. Una rassegna delle foto che in campo politico hanno segnato la storia non solo del nostro Paese ma a livello mondiale. Elementi che ripercorrono cambiamenti sociali, economici e comunitari dove la politica alle spalle determina in modo significativo. Andiamo per tanto a scoprire insieme le fotografie in questione esaminandole una per volta.
Il celebre scatto tra Gorbaciov e Reagan
Partiamo in questa rassegna delle foto politiche più iconiche di sempre da un celeberrimo scatto che immortala due personalità decisamente rilevanti in tale contesto: stiamo parlando dei leader Ronald Reagan e Michail Gorbaciov, rispettivamente a capo di Stati Uniti ed ex Unione Sovietica (U.R.S.S). Una istantanea che risale al 1985 e che vede i due esponenti massimi delle superpotenze mondiali a stelle e strisce e dell’est Europa, scambiarsi parole seduti su un divano. Un clima di distensione sottolineato dalla foto citata che è una part di storia e racconta un momento di svolta sul piano politico importante date le vicissitudini precedenti relative al periodo della Guerra Fredda.
1945, Stalin, Churchill e Roosevelt
Proseguendo nella rassegna degli scatti di importanza storica abbiamo quello del 1945 raffigurante altre tre personalità decisamente rilevanti del suddetto panorama: stiamo parlando di Iosif Stalin, Franklin Delano Roosevelt e Winston Churchill. Il primo dittatore comunista, il secondo presidente americano e il terzo primo ministro britannico, alla fine del secondo grande conflitto mondiale. Una foto che dunque certifica la fine delle ostilità e la propensione vero uno status internazionale diverso con una geopolitica che vede modificarsi i propri connotati. Uno scatto che è passato alla storia come uno dei maggiori momenti politici di cambiamento e transazione mondiale.
Kennedy a Berlino : cosa c’è da sapere
Quando si parla di politica mondiale non si può non chiamare in causa uno dei volti di maggiore spessore: John Fitzgerald Kennedy. Correva l’anno 1963, quando quest’ultimo, presidente degli Stati Uniti, si trovava a Berlino, in un momento storico che vedeva la separazione internazionale generata dalle due super potenze USA ed U.R.S.S. Una guerra fredda che minacciava di mettere in ginocchio il pianeta dopo le due guerre mondiali che avevano lasciato il globo in macerie. Un tipo di conflitto differente rispetto al passato, non fatto di armi ma di politica e strategia. Facendo poi un passo indietro di circa trent’anni abbiamo la foto che ritrae Adolf Hitler in compagnia di Benito Mussolini alla conferenza di Monaco del 38’. Una fotografia che vede presenti anche Édouard Daladier e Neville Chamberlain, leader di Francia e Gran Bretagna. Uno scatto che faceva presagire in qualche modo ciò che sarebbe accaduto di lì a poco nella scena internazionale geopolitica.
Le foto storiche e la loro qualità
Oggi ci sono numerosi siti specializzati come https://www.cewe.it/ per la stampa delle foto ma un tempo l’offerta non era così ampia. Per questo, spesso, le foto storiche non sono necessariamente di ottima qualità. Un aspetto, questo, che non passa inosservato ma che in un certo qual modo rappresenta anche tutto il fascino e la bellezza di quegli scatti. Quel tocco vintage che attualmente viene anche ricreato attraverso filtri applicati in fase di ultimazione della fotografia. Quella grana che cambia per ripotare indietro nel tempo uno scatto moderno. Ecco dunque che ciò che in passato poteva apparire come un elemento di disturbo all’occhio e di mancanza di qualità, oggi muta in un aspetto accattivante ed originale. Il cambiamento dei tempi dunque come spesso accade ribalta la logica, ridefinendo i connotati di uno strumento come quello in questione che immortala momenti irripetibili.
La presenza nella foto e la rilevanza storica
Di solito riflettiamo su come realizzare una foto al meglio, sugli strumenti di cui servirci per impressionare sulla pellicola un soggetto o un panorama. Ma diamo poca importanza, o quanto meno non quella necessaria, alla presenza dei soggetti ripresi. Proprio quest’ultima in passato risultava decisiva per certificare la rilevanza di un momento che diventava storico. Abbiamo menzionato nei paragrafi precedenti figure politiche di assoluto spessore in anni che sono divenuti poi emblematici nei libri di storia. Ecco, in quegli scatti ciò che più contava non era tanto la foto in sé, la sua composizione, il suo livello, ma chi vi presenziava. Stare in una fotografia diventava per tanto un qualcosa di gran lunga superiore al modo con il quale si immortalavano determinati attimi. Una conferenza internazionale, un dialogo su un divano di una stanza istituzionale, una stretta di mano tra leader, si trasformavano in un racconto su pellicola. Questo però non per la bellezza dello scatto, che nelle epoche addietro non aveva a disposizione gli strumenti attuali, ma per la presenza dei soggetti nelle foto. E questo discorso interessava non solo la politica, ma anche lo sport (Tommie Smith e John Carlos con i pugni alzati alle Olimpiadi di Città del Messico del 1968), il cinema (Mastroianni ed Anita Ekberg ne “La dolce vita”) e si potrebbero citare mille altri contesti. Insomma a fare la differenza in passato non era “il come” ma “il cosa” veniva ripreso da uno scatto. Oggi invece questa tendenza sembra esser cambiata un po’, spostando il focus dell’obbiettivo di una macchina fotografica sull’effetto visivo che deve lasciare a bocca aperta. Questo fattore che è figlio anche dei tempi odierni maggiormente incentrati sull’apparire ha tolto importanza ai soggetti, che dovrebbero avere una pari rilevanza al modo con cui essi vengono immortalati. Un aspetto che per tanto fa riflettere molto su come vi sia una ridefinizione costante anche di elementi come quello fotografico, dove niente resta uguale ma tutto muta.