Settore gioco in grande difficoltà, boom dei rincari in bolletta

La pandemia ha messo a dura prova l’economia mondiale e i suoi strascichi si fanno ancora sentire. Soprattutto in Italia, dove la situazione al momento non è delle migliori, in molti si sono ritrovati a fare i conti con tasse dalle cifre esorbitanti. Il Governo ha provato ad arginare il problema mettendo a punto alcune misure, tra queste un bonus da 200 euro per lavoratori, pensionati e disoccupati volto a contrastare l’inflazione. O ancora, un decreto approvato proprio lo scorso 30 giugno allo scopo di prorogare alcune misure di contenimento per i costi del gas e dell’energia elettrica. Ma nulla di tutto questo ha dato i risultati sperati, almeno finora. Ad una condizione già provata dalla pandemia vi si è aggiunta, poi, anche la guerra in Ucraina, che ha dato un’ulteriore spinta ai rincari in bolletta.

 

Settore gioco in grande difficoltà

Una situazione alquanto incerta e preoccupante che riguarda anche il settore del gioco, che negli ultimi anni sta avanzando a tentoni, un passo dopo l’altro, cercando di risollevarsi dalla crisi iniziata proprio con lo scoppio della pandemia. Prima vi è stata la chiusura forzata dei locali che ha causato gravi danni all’economia del paese. Basti pensare che conseguentemente alle chiusure dei punti di gioco, lo Stato ha visto un netto calo degli introiti (nel 2020 -36,27% rispetto al 2019), soprattutto a causa della preclusione di gioco con VLT e AWP. Poi vi sono state le difficoltà emerse con la ritrovata apertura: calo dei clienti nelle sale slot e Vlt. Infine i numerosi investimenti e spese forzate imposte ai locali per mettersi in regola con le nuove norme anti-Covid, che nella maggior parte non sono state poi ripagate da altrettanti guadagni. Purtroppo, però, le difficoltà non finiscono qui e molti operatori combattono ancora giorno dopo giorno, tra mille difficoltà, provando a mandare avanti la loro attività.

Bolletta da 14mila euro

Jordi Calvet Torrents, consigliere dell’associazione Sapar e delegato per l’Umbria ha rilasciato alcune dichiarazioni al portale GiocoNews in cui espone la situazione drammatica che sta vivendo il settore. Torrents, titolare di numerosi esercizi di gioco, si è visto recapitare una bolletta da 14mila euro (e non i soliti 4mila) per il solo mese di giugno. La sua attività ha già subito delle perdite e qualora tale rincaro dovesse ripresentarsi il prossimo mese la situazione non sarebbe più sostenibile: “Prima della pandemia avevo tre sale, ora solo due più il magazzino. Dei 15 dipendenti che avevo  ne sono rimasti sette. Gli altri, a fronte di una chiusura di 16 mesi, si sono licenziati e sono andati a lavorare altrove, quindi ho dovuto pagare anche il loro Tfr (circa 90mila euro). Siamo indubbiamente delle aziende energivore, accendiamo i condizionatori per contrastare il caldo generato dalla loro messa in funzione già a marzo-aprile, quindi ci sta che le bollette siano alte. Ma così è una follia”.

Le imprese del settore gioco hanno avuto accesso a ristori giudicati irrisori. Tali attività sono state escluse dai contributi erogati da Comuni e Regioni. Pertanto, tale testimonianza vuole essere un monito per coloro i quali non hanno saputo stanziare aiuti necessari per un settore che in questo momento si trova in estrema difficoltà: “Se non paghiamo il Preu ci bloccano gli apparecchi, e ovviamente non possiamo non pagare i dipendenti o le bollette”. Così conclude Torrents, sperando di smuovere l’opinione pubblica e soprattutto la politica, che finora è rimasta a guardare.

 

 

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