L’edizione 2021 del Premio Strega sta ormai per chiudersi: l’8 Luglio, infatti, verrà proclamato il vincitore del prestigioso premio letterario. Il 10 Giugno, infatti, sono stati nominati i cinque finalisti e – nell’ambiente letterario italiano – ormai non si parla che dei loro libri, in gara per quest’ultima edizione.
Il Premio Strega: un po’ di storia
Ormai giunto alla 75^ edizione, il Premio Strega venne ideato da Maria Bellonci e Guido Alberti nel 1947. Era un’occasione preziosa per la letteratura italiana che aveva sofferto, fino al termine della seconda guerra mondiale, la censura e la dittatura fascista. Grazie a questo premio – che deve il suo nome al liquore Strega prodotto da Alberti – la letteratura italiana riprese forza e slancio.
Il primo Premio Strega è stato vinto da Ennio Flaiano, con il suo libro Tempo di uccidere. Tra gli altri vincitori, alcuni grandi nomi meritano certamente di essere citati: tra i primi, Cesare Pavese, Alberto Moravia, Elsa Morante, Dino Buzzati e Giuseppe Tomasi di Lampedusa (con Il Gattopardo, una delle opere più importanti della letteratura italiana del ‘900). Proseguendo, vanno ricordati certamente Natalia Ginzburg, Primo Levi, Umberto Eco, fino a Sandro Veronesi; quest’ultimo è il vincitore dell’edizione 2020, con Il colibrì.
Il Premio Strega 2021: i finalisti
Mancano ancora poco più di due settimane alla proclamazione del vincitore dell’edizione 2021 del Premio Strega. I finalisti nominati il 10 Giugno sono cinque, selezionati da un totale di 62 autori e opere proposti dalle diverse case editrici. Il comitato di selezione ha dovuto dunque impegnarsi parecchio per arrivare ai cinque nomi da portare alla proclamazione finale dell’8 Luglio.
Studiosi di letteratura, traduttori e intellettuali coinvolti hanno ristretto la rosa di possibili vincitori ai seguenti autori:
- Emanuele Trevi: autore di Due vite. Il titolo fa riferimento alle vite di Rocco Carbone e Pia Pera, amici dello scrittore, edito da Neri Pozza. Il senso dell’opera è rappresentato dall’amicizia, espresso dall’unico sopravvissuto del trio di compagni di vita, stemperato dalla malinconia della perdita.
- Edith Bruck, con Il pane perduto, pubblicato da La nave di Teseo. Un romanzo autobiografico, in cui l’autrice racconta – a sessant’anni dalla sua prima pubblicazione – la sua deportazione ad Auschwitz. Un romanzo che sembra basarsi non soltanto sulla vicenda narrata, ma sulla necessità di raccontare e ricordare l’Olocausto e tutti i suoi orrori.
- Donatella di Pietrantonio, autrice di Borgo Sud (pubblicato da Einaudi). Presentato come il sequel de L’arminuta, è un romanzo sul dolore, sulla scoperta e sull’intensità del rapporto che lega le due sorelle protagoniste della narrazione.
- Giulia Caminito: il suo L’acqua del lago non è mai dolce (Bompiani) racconta la storia di una famiglia numerosa, retta dalle forti spalle di una madre coraggiosa. Il tutto è ambientato nei pressi del Lago di Bracciano.
- Andrea Bajani, infine, si presenta con Il libro delle case, edito da Feltrinelli. Attraverso le case del protagonista, i suoi luoghi e i suoi oggetti, si delinea una storia lunga decenni. La narrazione sperimentale abbraccia non soltanto i suoi personaggi, ma l’Italia intera.