Prostituzione in smart working: gli effetti della pandemia da COVID-19

 

È ormai passato più di un anno dalla diffusione del nuovo virus che ha causato una pandemia globale. Il COVID-19 ha reso il 2020 un anno tragico per tutti colpendo vari settori dell’economia e non, mettendo in crisi di quasi tutte le nazioni del mondo i sistemi sanitari, le aziende, le famiglie e soprattutto le persone. Infatti, ciò che ha causato più disagi, mettendoci un po’ tutti alle strette, è stato il lockdown, un periodo di quasi tre mesi che ha costretto le attività a rimanere chiuse e noi a restare a casa. Il COVID-19 e il lockdown hanno interamente cambiato le nostre abitudini sociali e di vita quotidiana a cominciare soprattutto dal lavoro che si è rivoluzionato in maniera molto più smart.

Il virus e il lockdown che ha fermato il mondo ma non le attività illecite

La diffusione del nuovo virus ha indotto i governi nazionali ad adottare delle misure per il contenimento del contagio davvero dure e restrittive. Una di queste è stato proprio il lockdown che ha obbligato i negozi e tutte le attività, ad eccezione di supermercati e farmacie, a rimanere chiuse e i comuni cittadini a rimanere a casa. Ricordiamo perfettamente come le strade dei nostri paesi erano deserte, vuote e di una tristezza soffocante. Per un momento si è pensato che anche la criminalità organizzata e tutte le attività ad essa legate si fossero fermate, ma non è stato così. I governi hanno chiuso le strade ma non hanno fermato chi sulla strada ci vive. Parliamo di prostitute, spacciatori, criminali. Anche questi si sono reinventati, in uno smart working sconcertante, fatto di siti, gruppi online e messaggi erotici.

Prostituzione in smart working: l’innovazione e il progresso non fanno distinzioni

Come appena sottolineato, ogni settore, sia che riguardi quello delle attività lecite e sia che riguardi quello delle attività illecite, ha dovuto trovare degli espedienti che potessero aiutarlo per tamponare la crisi economica che il lockdown e la pandemia gli stava causando. Anche il mondo della prostituzione e dello spaccio ha trovato come salvatore il grande Internet, puntando su uno smart working deplorevole ma efficace.

Lo smart working si è svolto principalmente sui social e su canali di incontri e piattaforme di messaggistica che forse per la prima volta adesso sono state usate anche a scopi illeciti, come la prostituzione appunto. Parliamo di siti di incontri, social media influenti come Facebook, WhatsApp e Telegram e addirittura siti nati nell’ultimo periodo proprio per incontri sessuali a scopo di lucro. E la cosa più sconcertante è che proprio su questi siti è possibile trovare profili di escort che, ben curati manco fossero delle influencer, sono corredati di foto, video e recensioni da una a cinque stelle redatte dai clienti. Sembra proprio che i papponi, in tempi di crisi, abbiano saputo cimentarsi non solo come manager ma anche come social media manager. Per cui, fate attenzione. La prostituzione va fermata. È una violenza fisica oltre che psicologica.

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